sabato 28 marzo 2015

Due grandi nomi, due grandi maestri.

Herbert Hoffmann classe 1919 Germania e Maurizio Fiorini classe 1929 Italia, due uomini che hanno fatto la storia in Italia, in Europa e nel mondo, due figure che rappresentano il vero senso del tatuaggio, non quello delle mode o del tatuarsi per rendersi più belli, quel senso che rese questi uomini diversi perché lontani da tutto ciò che era definito normale. Loro erano l’anormalità, ma hanno portato fino ad oggi insegnamenti, racconti e lezioni di vita! Entrambi attratti da questo mondo fuori dagli schemi sin da piccoli, entrambi puri e provenienti da vite semplici, entrambi maestri di un’arte che non tramonterà mai. Giorni fa ho avuto il piacere di scambiare due chiacchere con il grande Maestro Maurizio Fiorini, le sue parole sono insegnamenti, i suoi racconti sono pezzi di vita vissuta e proprio a proposito di Hoffmann mi raccontò:

“i miei ricordi del mio maestro sono bellissimi. Voglio raccontarti un piccolo fatto perché ti possa fare un’idea di questo personaggio. Un giorno ero anche io ad Amburgo e si ricevette una lettera che diceva questo:  sono un ragazzo di venticinque anni, non posso camminare e non camminerò più, il mio sogno è di fare un tatuaggio ma sono molto lontano e non ho soldi. Alle 17 del pomeriggio si era tutti e due in treno, si attraversò mezza Germania e a questo ragazzo Hoffmann gli fece su una gamba un veliero magnifico e io sull’altra gamba come buon augurio gli feci un pegaso. Quando si venne via Hoffmann gli regalò anche dei soldi… quindi renditi conto di chi era Hoffmann!”

Sono le parole di Maurizio, i racconti di un uomo pieno di vità che ci lascia perle di saggezza e insegnamenti morali, aiutiamo quest’arte a non cadere nei facili schemi del consumismo o per lo meno “usiamo la testa prima di tatuarci”.


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